RISATA E CURE DENTALI

Quello che sto per condividere in questo articolo è una esperienza molto personale legata alla pratica dello Yoga della Risata.

Durante un’estrazione dentale ho applicato la tecnica della risata indotta per gestire la paura e il dolore e il risultato è stato formidabile.
Prima di raccontarti cosa è accaduto sul lettino dell’intervento insieme ai medici e al personale, voglio spiegarti brevemente in cosa consiste questa pratica.

Di cosa parliamo in questo articolo

  • Cos’è lo Yoga della Risata
  • Il mio primo approccio alla Risata incondizionata
  • Cosa è accaduto sul lettino del dentista
  • Le mie conclusioni

Cos'è lo Yoga della Risata

Lo Yoga della Risata nasce in india nel 1995 per opera di un medico, il Dott. Kataria e di sua moglie Madhuri, esperta praticante yoga.
Il dott. Kataria, dopo aver studiato alcuni importanti casi sugli effetti benefici della risata e del buon umore, aveva avuto una intuizione ed avviò così le prime sperimentazioni di una nuova pratica per indurre la risata senza condizioni esterne come l’uso di comicità o barzellette.

Lo Yoga della Risata si basa sul fatto che il nostro corpo non distingue una risata indotta da una risata spontanea e dopo circa dieci minuti di risata continua e diaframmatica si iniziano a produrre degli ormoni specifici che alterano in positivo la nostra chimica interna: gli ormoni della gioia.
Lo yoga della risata combina esercizi di risata ad esercizi di respirazione tipici dello yoga. Sono ormai numerosi gli studi scientifici che provano l’efficacia e i benefici del ridere.

Ne parlo anche in questo video in cui collaboro con RAI2 nel programma condotto da Drusilla Foer

Il mio primo approccio alla Risata Incondizionata

Nel 2017 ho frequentato il mio primo Leader Training di Yoga della Risata e sono diventata una conduttrice certificata a livello Internazionale.

Ho così scoperto ed iniziato a praticare costantemente la Risata incondizionata e volontaria, tutti i giorni per almeno dieci minuti. Molti benefici si sono presentati immediatamente, altri un pò più a lungo termine.

Negli anni ho potuto notare come molti disturbi sono scomparsi completamente (ad esempio i dolori alla schiena) e di come sia ormai semplice per me gestire alcuni tipi di dolore grazie all’esercizio. Uso spesso la risata come analgesico.
Questo miglioramento, in termini di sensazioni legate al dolore, avviene grazie al fatto che ridendo produciamo endorfine che sono i nostri anestetici naturali e la serotonina che è l’ormone del buonumore che regola i cicli di sonno-veglia.

La Risata è un atto respiratorio “sonoro” che aiuta ad usare correttamente in diaframma, il muscolo principale legato al respiro, il quale regola anche il buon funzionamento di molti organi interni.

Cos'è accaduto sul lettino dal dentista

Nel 2022 ho subito un intervento chirurgico ad un dente che hanno dovuto togliere per via di un’infezione.

Negli anni precedenti avevo avuto una reazione ad un medicinale e le cure a cui mi stavo preparando erano molto impattanti, quindi le ho affrontate in maniera consapevole ma abbastanza impaurita. Ero reduce da tre notti insonni e tre intere giornate di dolori lancinanti e incessanti durante i quali nessun antidolorifico aveva fatto effetto.

La mattina dell’intervento il medico e gli assistenti hanno accolto in maniera amorevole la mia paura dandomi il tempo giusto per reagire ad ogni step del trattamento.
Durante la prima fase, dopo la prima anestesia, si era creato un clima favorevole così ho chiesto al medico di poter ridere prima di procedere all’estrazione.
L’adrenalina contenuta nel medicinale porta ad un aumento dei battiti cardiaci, ho iniziato ad avvertire giramenti di testa e il riflesso vagale. In quel frangente nei minuti di attesa per l’assestamento delle condizioni e che l’anestesia facesse effetto ho iniziato a ridere come esercizio.

In un attimo la risata è diventata vera, potente ed euforica, fino alle lacrime. tutto il personale sanitario presente e in particolare il mio medico hanno iniziato a ridere con me.

Dapprima non avevano capito cosa intendessi quando ho chiesto di “poter ridere’. Si sono fermati in osservazione, coinvolti da ciò che stava accadendo: sono riuscita ad abbassare la paura e il tremore fisico, a rilassarmi un po’. Notando il beneficio immediato che questo aveva su di me, il medico mi ha proposto di ridere in ogni fase in cui ne avessi avvertito il bisogno.

Così ho riso moltissimo, a comando, tra una passata e l’altra soprattutto nei momenti in cui avvertivo molto dolore. È stato un sollievo immediato in termini di risposta all’agitazione. Nella fase di dolore acuto e pulsante, mi ha chiesto di riprovare, ma non potevo ridere perché il dolore arrivava dritto in testa e la pressione era troppo forte. Così ho chiesto di poter piangere. Il dolore si modula un po’ anche col pianto.
Finita la fase acuta, in cui l’infezione è stata debellata, il dolore è diventato costante ma non pungente. In quella fase la risata mi ha aiutato moltissimo.
Il medico mi ha chiesto come facessi a ridere a comando notando che facevo “grasse risate”, così ho spiegato il potere di accendere gli ormoni della gioia come se avessi un interruttore, grazie alla tecnica acquisita.

“Ridere è la migliore medicina

Robin Williams nel film “PATCH ADAMS”

Le mie conclusioni

La Risata è stato un aiuto valido e immediato per la gestione emotiva e la paura che in alcune fasi è stata difficile da controllare e ho dovuto lasciare comunque fluire.

La Risata è stata un aiuto immediato anche per alleggerire il dolore ma solo in determinati momenti infatti, nelle fasi acute, il dolore persisteva e con esso saliva l’agitazione; ridere mi ha aiutato immediatamente a controllarla.

Quando ho chiesto se “potevo ridere o piangere” non era un chiedere il permesso. È stato un modo per non “impattare” con degli strumenti diversi dall’ambito medico che sembrano legati all’emotività e incontrollabili. È stato un modo per preparare i presenti a cosa stavo per fare chiedendo loro un minimo di tempo. Infatti la prima reazione di un altro medico alle mie spalle, che non sapeva cosa stesse accadendo, è stata quella di pensare che avessero messo sostanze aggiuntive ai farmaci e che fossi andata in euforia.

Il ridere a “tempo” ha spiazzato alcuni dei presenti ma hanno immediatamente appreso la potenza della pratica. Hanno sottolineato che non era mai capitato loro di vedere un paziente gestire dolore e paura con questo strumento e sono stati felicissimi. Ho spiegato loro che questa pratica si usa da tempo come aiuto alle terapie.

Infine, aggiungo, che tutto questo è stato possibile grazie alla capacità di questi medici, soprattutto il medico che ha eseguito l’operazione, del prendersi cura del paziente con una preparazione in termini di “umanità” incredibile. Le condizioni erano giuste e sono fondamentali. In altri reparti in cui in passato sono stata in cura, non ho mai avuto condizioni così favorevoli.

Durante l’operazione ho ricevuto diverse dosi di anestetico, che a causa dell’ infezione in corso, hanno dato ovviamente un effetto più breve e meno potente. La fase dell’estrazione è stata indolore grazie al medicinale ricevuto.

Il ricordo di quella mattinata, per me molto difficile, è rimasto comunque piacevole ed entusiasmante.

N.B. Queste informazioni sono parte della mia personale esperienza e non vanno in alcun modo a sostituire il rapporto con il medico. In nessun caso possono sostituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento.

Spero questa testimonianza possa esserti stata di aiuto o di ispirazione.

Non esitare a scrivermi o a lasciare un commento se hai curiosità di saperne di più.

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